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STORIA DEL CAFFÈ: ORIGINE E DIFFUSIONE DI UN TESORO

La storia del caffè: origine e diffusione in Italia. -prima parte-

Origine del caffè, tra storia e leggenda.

Prima di iniziare a raccontare la diffusione del caffè bisogna raccontare di un’usanza così importante e così suggestiva da essere rimasta immutata per secoli e che rappresenta la condivisione e la ritualità stessa della bevanda più famosa di tutte: la cerimonia del caffè etiope.

Dopo aver preparato l’ambiente con fiori freschi e incenso, una donna metteva una padella di rame sul fuoco gettandovi manciate di caffè crudo che faceva tostare fino a inebriare la stanza di un profumo unico. Con un movimento circolatorio, muoveva la padella e lasciava che i chicchi si gonfiassero e cambiassero colore fino al tipico crepitio e all’imbrunimento degli stessi.

Mentre la fase della tostatura volgeva così a termine, cominciava quella di macinatura: dopo aver tolto i chicchi di caffè dal fuoco, li disponeva in un mortaio in pietra e iniziava a schiacciarli con il pestello fino ad ottenere una polvere di caffè a grana molto larga che in quantità considerevoli veniva spostata in una jebena (una brocca a collo stretto), ricoperta d’acqua e posta sul fuoco. Dopo qualche minuto, la bevanda al caffè era pronta, veniva filtrata attentamente e offerta in 3 giri differenti (il primo giro per i padri, il secondo per le madri, il terzo è la berekka, la tazza della benedizione), portando la cerimonia ad una durata minima di almeno un’ora.

Il caffè, quindi, accompagna le giornate dell’uomo da lungo tempo, con brevi pause o lunghi rituali ed è l’unica bevanda di cui difficilmente riusciamo a fare a meno.

Se dovessimo ripercorrere la storia del caffè e le sue origini, dovremmo ritornare molto indietro nel tempo e fermarci in uno dei luoghi più inesplorati e affascinanti dell’Africa, l’Oromia nella regione del Kaffa, a sud dell’Etiopia.

Storia del caffè: il caffè e lo Yemen

Con l’andare del tempo, la coltivazione della pianta di caffè si diffuse in tutto lo Yemen e conquistò le popolazioni musulmane e arabe le quali, non potendo bere la polpa zuccherina alcolica a causa dei loro precetti religiosi, cercarono in tutti i modi una preparazione adatta a loro, non alcolica ma che donasse una particolare energia, aumentasse la concentrazione e lo stato di veglia durante la giornata.

Nel XIII secolo lo Yemen possedeva il controllo della coltivazione e dell’esportazione di caffè, una sorta di monopolio che tentò di proteggere in tutti i modi, addirittura impedendo di portare fuori dalle terre consentite germogli o piante di caffè. In questa fase prese piede un luogo importante il cui nome rimarrà impresso per sempre nella storia mondiale del caffè, il porto di Mokha: dal XV al XVII secolo Mokha divenne il maggior mercato di caffè nel Mar Rosso, tanto da dare il nome ad una delle varietà di caffè più pregiate al mondo, il Mokha Yemen.

L’egemonia yemenita, purtroppo, non ebbe vita lunga: un pellegrino indiano di nome Baba Budan, a seguito di una ribellione locale che lo vide a capo di musulmani e indù, tornando in India decise di portare con sé il meglio della penisola arabica: il caffè. Ingoiò sette semi e riuscì a portarli oltre il confine, precisamente nel distretto Chikkamagalur, dove diede vita ad una piantagione esistente ancora oggi, Plantation Bababudan (infatti l’India rimane uno dei più grandi paesi produttori di caffè con standard qualitativi e quantitativi elevati).

La storia del caffè in Europa e in Italia

Diffusosi tra le popolazioni arabe e musulmane, il caffè non rimase a lungo sconosciuto ai mercanti veneziani: la Repubblica di Venezia, in un eterno conflitto con le altre repubbliche marinare per egemonia sui mari e sugli scambi commerciali, si trovò a fronteggiare l’Impero Ottomano e l’assedio dell’isola di Lepanto dal quale uscì vittoriosa nel 1571 solo grazie all’aiuto della Lega Santa (Spagna, Repubblica di Venezia, Genova, Granducato di Toscana, Ducato d’Urbino, Cavalieri di Malta e Ducato di Savoia).  Dal confronto con i turchi, Venezia venne fuori vincitrice ma particolarmente indebolita, soprattutto per quanto riguarda i commerci e il predominio sul Mediterraneo, infatti fu costretta a pensare a nuove attività mercantili che le consentissero di tornare in auge: l’acquisto dagli Ottomani di un carico di caffè da portare in Italia fu la chiave. Questo avvenimento è datato 1615, di qui si può far partire il commercio del caffè che durerà per secoli e secoli.

Il primato veneziano nel commercio di caffè non fu duraturo, infatti a scalzare Venezia dalla prima posizione arrivò l’olandese Pieter van der Broeck che, dopo aver trafugato delle piante di caffè in Yemen, le piantò a Ceylon e Giava, diffondendole pian piano dovunque, dal Suriname ai Caraibi fino ad arrivare alle serre reali del Jardin des Plantes di Luigi XIV dove le piante produssero i chicchi utili a preparare il caffè che nel XVIII secolo spopolò alla corte di Francia.

-Fine prima parte-

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