Il Martini cocktail è uno dei più bevuti ed amati al mondo, un drink iconico e dalle origini misteriose, cerchiamo di ripercorrere i passi che ne hanno definito la mitologia!!
Molti ne rivendicano la ricetta da una costa all’altra degli Stati Uniti, nonostante se ne trovi traccia nella prima guida ufficiale dei baristi la “Henry Johnson’s Bartender Manual” della fine dell’ottocento, la sua storia non è univoca.
Nella West Coast si riconduce la nascita del cocktail alle storie dei minatori che una volta arricchitisi festeggiavano al bar; mentre nella East Coast prende le mosse e vita nel cuore della “Grande Mela” e coinvolge le prestigiose famiglie Rockfeller e Astor, ed il Knickerbocker Hotel di New York. Una versione vuole infatti che a creare questo famoso cocktail sia stato un fantomatico barista di nome Martini, (il cui nome, quasi sicuramente, sarebbe solo una trovata pubblicitaria) emigrato negli Stati Uniti: a quanto pare fu lui a dar vita alla ricetta e il cocktail Martini sarebbe stato servito per la prima volta nel 1910 presso il bar del Knickerbocker Hotel di New York, di proprietà di Astor in onore di John D. Rockefeller; mentre altra letteratura narra che il cocktail Martini avrebbe un suo diretto antenato nel cocktail Martinez, un drink che risale al 1850, ai tempi della Gold Rush(Corsa all’oro), e frutto di un mix tra vermouth rosso e gin, con qualche goccia di bitter.
Con il passare del tempo, la ricetta del Martinez sarebbe stata perfezionata fino ad arrivare alla versione attuale. Per altri, infine, il Dry Martini deriverebbe dall’altrettanto celebre Manhattan, preparato con whisky, gin e vermouth rosso.
Altri ancora sostengono che la bevanda è stata nominata dal vermouth “Martini & Rossi”, originariamente creato alla metà del 1800, e che poi per brevità la bevanda divenne nota come il “Martini”!
La popolarità del Martini cocktail non sembra comunque diminuire, anche se naturalmente muta con il mutare nel tempo e dei costumi: negli anni ’50 e ’60, il “tre martini pranzo” era una pratica diffusa per i dirigenti e gli imprenditori cosmopoliti. La nostra posizione sociale sul consumo quotidiano (per non parlare di standard di produttività e cultura sul posto di lavoro) è naturalmente cambiata ed attualmente il Martini è allocato nella fascia serale.
Esistono numerose teorie sulle origini di questo drink, così come numerose versioni e ricette. Un Martini tradizionale contiene gin e vermouth secco servito estremamente freddo con un goccio di oliva o limone verde – gli ingredienti aggiuntivi dalla prima versione sono stati rapidamente abbandonati. Nella prima incarnazione del Martini, il rapporto tra gin e vermouth era di 1: 1, ma la quantità di gin si è modificata negli anni. I Rapporti tra gli ingredienti sono molto soggettivi e variano a seconda del gusto personale. Un martini “dry” contiene meno vermouth, mentre un “dirty” include tracce di salamoia di oliva. Quando la vodka sostituisce il gin, è conosciuta come un “Kangaroo“, e un “Gibson” scambia l’oliva con delle cipolline.
James Bond predilige il “Vesper“, fatto con gin, vodka e vermouth di Kina Lillet, decorato con buccia di limone.
Mentre non abbiamo una uniformità di letture per quanto riguarda la sua origine, unanime è la convinzione che ci si trovi dinnanzi ad una incontrastata popolarità di questa bevanda, che lo scrittore H.L. Mencken ha definito “l’unica invenzione americana perfetta come il sonetto”!
La nascita dell'International Bartenders Association e dei suoi ricettari!
Il Daiquiri non ha un'origine, bensì tre. Ma una cosa è certa: il premio Nobel per la Letteratura Ernest Hemingway non poteva farne a meno.
I mocktail sono miscelazioni originali e prive di alcol frutto dell'estro e della creatività del barman.