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Daiquiri, la storia del cocktail preferito da Hemingway

Daiquiri, la storia del cocktail preferito da Hemingway

Un cocktail così famoso che se lo litigano tutti: il Daiquiri non ha un'origine sola, bensì tre. A differenza della storia incredibile ma certa di altri miscelati, per questa specialità dall'animo caraibico le storie della “creazione” si moltiplicano.

Ma una cosa è certa: il premio Nobel per la letteratura Ernest Hemingway non poteva farne a meno e trovò un'ingegnosa (e alcolemica) soluzione per continuare a berlo anche quando scoprì di avere il diabete.

Daiquiri: un cocktail, tre leggende

Santiago di Cuba, 1898. Nel piccolo villaggio di Daiquiri, oggi conosciuto come Playa Daiquiri, naufraga un giovane marine americano, scampato all’affondamento della sua nave Maine nel porto de L’Avana. È l’evento che scatenerà la guerra tra Spagna e Stati Uniti, ma lui che ne sa: è esausto, ha sete e si fionda nel primo bar che trova. Peccato che la mescita abbia da offrire solo del rum, ottimo, ma non proprio la bevanda più indicata per placare la sete. Così il marinaio se lo fa allungare con del succo di lime e ci aggiunge dello zucchero: ecco che nasce il primo Daiquiri.

O forse no, perché esiste una seconda storia altrettanto convincente: sempre 1898, sempre la spiaggia di Daiquiri. Stavolta a sbarcare sono le truppe americane per iniziare la guerra contro l'esercito coloniale spagnolo e liberare Cuba. Alla testa degli statunitensi c’è il generale Shafter, che si rivelerà un condottiero abbastanza imbranato. Forse perché troppo preso a degustare la bevanda diffusa tra i guerriglieri cubani alleati, la Cancháchara: 2/3 di rum, 1/3 di limone e un po’ di zucchero, “coraggio liquido” per le battaglie e ottimo antidolorifico per le ferite. “A questa bevanda manca solo una cosa: il ghiaccio” esclama: la consacrazione del Daiquiri, naturalmente l’apporto più significativo del pigro generale all’intera campagna militare.

Ma non c’è due senza tre e così la nascita del cocktail slitta in avanti di qualche anno, ai primi del Novecento quando un ingegnere minerario di origini italiane, Giacomo Pagliuchi, visita la miniera di ferro del collega americano Jennings S. Cox. A fine giornata è ora del drink e l’ospite in casa ha solo rum, zucchero e lime. Shakerati con del ghiaccio ne esce quello che Jennings definisce un rum sour, ma Giacomo non è d’accordo: “Questo nome non è degno di un cocktail così fine e delizioso come il nostro. Lo chiameremo Daiquiri”.

Ernest Hemingway e “El Floridita”

Passiamo decisamente al rango di storia se parliamo dell'invenzione ufficiale del Daiquiri, collocata a L'Avana nel bar El Floridita: un locale esistente in calle Obispo fin dal 1817, conosciuto prima con il nome di La Piña de Plata, poi come La Florida e infine trasformato nel suo diminutivo dagli affettuosi avventori. Qui nel 1914 arriva il bartender catalano Constantino Ribalaigua Vert, che ben presto diventa una leggenda grazie al suo Daiquiri, il primo fatto esattamente come lo conosciamo noi oggi. "My mojito at La Bodeguita, my daiquiri at El Floridita": poche parole che incidono la storia con lettere di fuoco e che consacrano una volta per tutte El Floridita a culla del Daiquiri. A dirle fu Ernest Hemingway, dal 1932 frequentatore abituale del locale. E così chi si ricorda più del bartender spagnolo Emilio Gonzáles del vicino Hotel Plaza, da cui forse Constante “prese spunto”. Ma la storia, si sa, se non la scrivono i vincitori lo fanno quantomeno gli scrittori.

La ricetta del Daiquiri e il Papa Doble di Ernest

Tante storie ma per fortuna un’unica ricetta: il cocktail caraibico si prepara così, secondo l'ultima puibblicazione IBA:

  • 6 cl di rom bianco
  • 2 cl di succo di lime fresco
  • 2 spoon di zucchero

Mettere il ghiaccio nello shaker e poi aggiungere rum, succo di lime e  zucchero; shakerare e servire nella coppa da cocktail o nella doppia coppetta da cocktail senza decorazioni.

Le varianti del Daiquiri sono numerose e spesso legate all’introduzione di un frutto, per rendere più rinfrescante questo cocktail tipicamente estivo.

Naturalmente l’estimatore Hemingway ha messo lo zampino anche sulle variazioni: del Daiquiri lo scrittore premio Nobel proprio non poteva farne a meno, nemmeno quando scoprì di avere il diabete. La soluzione si chiamò Hemingway Special (o Papa Doble, dal soprannome cubano dello scrittore e per la presenza di due liquori): il succo di pompelmo e il Maraschino - liquore alla ciliegia di origine dalmata conosciuto durante il suo soggiorno in Italia - sostituiscono lo zucchero.

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