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Angostura Bitter – la goccia che ha cambiato la storia dei cocktail

Scopri la storia del Bitter Angostura: nato come tonico medicinale, è oggi l’ingrediente simbolo della mixology e dei grandi cocktail classici.

Poche bottiglie hanno segnato la storia del bar come l’Angostura Bitter.
Piccola, con l’etichetta sproporzionata e inconfondibile, è diventata un’icona mondiale della mixology.
Nata per scopi medicinali, oggi è considerata l’anima aromatica di molti dei cocktail più amati al mondo.

Le origini: un tonico per la salute

La storia inizia nel 1824, nella città venezuelana di Angostura (oggi Ciudad Bolívar).
Qui il dottor Johann Gottlieb Benjamin Siegert, medico militare tedesco al servizio dell’esercito di Simón Bolívar, cercava un rimedio naturale per alleviare i disturbi di stomaco dei soldati impegnati nelle campagne militari.

Dopo numerosi esperimenti con erbe tropicali, spezie e radici locali, creò una formula amara che aveva effetti digestivi e tonificanti.
La chiamò “Amaro Aromatico de Angostura”.

Dall’uso medico alla leggenda del bar

Con il tempo, il tonico superò i confini del Venezuela e divenne popolare come digestivo e rinforzante naturale.
Nel 1875, la famiglia Siegert trasferì la produzione a Trinidad & Tobago, dove l’Angostura venne registrata ufficialmente come marchio.

Fu proprio nei primi decenni del ‘900, con l’ascesa dei cocktail, che l’Angostura divenne indispensabile dietro ogni bancone.
Bastano poche gocce per bilanciare, aromatizzare e completare un drink.

L’ingrediente segreto dei grandi classici

Oggi è impossibile immaginare la storia della miscelazione senza Angostura.
È presente in cocktail storici come:

  • Old Fashioned
  • Manhattan
  • Champagne Cocktail

Ogni goccia aggiunge complessità, profondità e armonia, rendendo un cocktail più “vivo”.

Il mistero della formula e dell’etichetta

La ricetta dell’Angostura è tuttora segreta e conosciuta solo da pochissime persone.
Si sa soltanto che contiene più di 40 erbe e spezie provenienti da diverse parti del mondo, macerate in alcol neutro ad alta gradazione.

E quell’etichetta troppo grande?
Fu un errore! Durante la presentazione a una competizione internazionale, il designer e il produttore di bottiglie sbagliarono le proporzioni.
Ma la famiglia Siegert decise di non correggere mai l’errore, trasformandolo in un segno distintivo del marchio.

Curiosità

  • L’Angostura Bitter contiene circa 45% di alcol, ma viene usato in quantità minime.
  • Esiste anche una versione Orange Bitter, lanciata solo nel 2007.
  • Ogni anno, la distilleria di Trinidad produce oltre 1 milione di litri di Angostura.

Dalla medicina al bancone del bar, l’Angostura Bitter è diventata una leggenda.
Non è solo un ingrediente, ma un simbolo della cultura del cocktail, una piccola bottiglia capace di racchiudere due secoli di storia, tradizione e sapienza artigianale.
E ogni volta che un bartender versa due gocce nel mixing glass, continua — inconsapevolmente — a scrivere un piccolo capitolo della sua lunga storia
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