
La storia del Bitter Campari: dalle origini ottocentesche alla nascita dell’aperitivo moderno, fino al successo mondiale del brand simbolo di Milano.
Tutto inizia nella seconda metà dell’Ottocento con Gaspare Campari (1828–1882), figlio di una famiglia contadina lombarda. Dopo le prime esperienze come oste e liquorista, sviluppa una propria ricetta di bitter unico per colore, aroma e intensità. Intorno al 1860, a Milano, perfeziona il prodotto che diventerà il futuro Bitter Campari: un infuso di erbe, spezie, scorze e radici, con un caratteristico gusto amaro-aromatico e un colore rosso immediatamente riconoscibile.
Il suo bar vicino al Duomo e, più tardi, l’apertura in Galleria Vittorio Emanuele, trasformano Campari in un punto di riferimento per il nuovo rito cittadino: l’aperitivo.
La vera svolta imprenditoriale arriva con il figlio Davide Campari.
All’inizio del ’900 decide di concentrare l’attività su pochi prodotti chiave: Bitter Campari e Cordial Campari. È una scelta visionaria di “focus di brand” ante litteram: meno etichette, identità più forte.
Tappe fondamentali:
Qui non si vende solo un bitter: si vende uno stile di vita urbano, moderno e sociale.
Nel 1932 Campari lancia Campari soda, il primo aperitivo monodose pronto da bere al mondo. La bottiglietta a tronco di cono rovesciato, disegnata dal futurista Fortunato Depero, è un’icona assoluta di design: piccola, rossa, riconoscibile da lontano.
Parallelamente, Davide Campari affida la comunicazione ai più grandi illustratori e artisti dell’epoca. Manifesti, calendari, grafiche pubblicitarie non sono solo “spot”: diventano opere d’arte popolari.
È uno dei primi casi in cui un’azienda di beverage costruisce un immaginario coerente fatto di:
Questo legame tra prodotto, arte e città è uno dei segreti della forza del brand.

Il Bitter Campari entra rapidamente nella grande miscelazione internazionale.
Ogni volta che un bartender usa Campari in questi drink, rafforza il brand: il prodotto diventa “ingrediente imprescindibile” per i classici, non uno dei tanti bitter possibili. Questo posizionamento tecnico (in mano ai professionisti) consolida anche la percezione presso il pubblico.
Dal Bitter al Campari Group: l’evoluzione industriale
Negli anni ’90 e 2000, Campari compie un passaggio decisivo: da azienda focalizzata su un marchio storico a gruppo internazionale.
Pur diventando un colosso, il gruppo mantiene Campari Bitter come simbolo di origine: il cuore rosso attorno a cui ruota tutta la narrazione dell’aperitivo italiano.
Dal punto di vista di chi gestisce un bar o studia management, Campari è un caso scuola. Il successo non dipende solo dalla ricetta segreta, ma da 5 scelte strategiche:
Identità visiva fortissima
Il rosso Campari, il logo semplice, le bottiglie iconiche, la grafica coerente da decenni: impossibile confonderlo.
Campari non vende “un amaro”, ma l’idea di aperitivo italiano: incontro, città, eleganza informale. Il prodotto è sempre inserito in un contesto di relazione.
Presenza dei cocktail classici internazionali
Essere ingrediente chiave di Negroni, Americano e molti altri significa essere indispensabile per ogni bartender. Questo genera visibilità quotidiana nei bar di tutto il mondo.
Comunicazione culturale
Collaborazioni con arte, fotografia, cinema, design: campagne che raccontano storie, non solo promozioni. Il brand assume un tono “culturale”, aspirazionale ma accessibile.
Evoluzione senza snaturarsi
Il gusto, il colore e il posizionamento di Bitter Campari restano riconoscibili, mentre il gruppo innova su:
Risultato: Campari è percepito come classico e moderno allo stesso tempo.
Per i lettori della nostra rubrica “Non Solo Cocktail” (studenti dei corsi, bartender, bar manager), la storia del Bitter Campari offre alcune lezioni concrete:
Il Bitter Campari è passato dalla bottega di Gaspare a simbolo globale dell’aperitivo italiano, senza perdere la propria identità.
È la prova che, nel mondo del bar, la differenza non la fa solo la ricetta, ma la visione: saper raccontare una storia, creare un rituale, costruire un immaginario.
Per chi lavora dietro al bancone o sogna di farlo, studiare Campari significa capire come un prodotto possa diventare cultura, stile e brand di successo.
