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Bitter Campari: dalla bottega di Gaspare al brand globale dell’aperitivo italiano

La storia del Bitter Campari: dalle origini ottocentesche alla nascita dell’aperitivo moderno, fino al successo mondiale del brand simbolo di Milano.

Le origini: un bitter moderno nell’Ottocento

Tutto inizia nella seconda metà dell’Ottocento con Gaspare Campari (1828–1882), figlio di una famiglia contadina lombarda. Dopo le prime esperienze come oste e liquorista, sviluppa una propria ricetta di bitter unico per colore, aroma e intensità. Intorno al 1860, a Milano, perfeziona il prodotto che diventerà il futuro Bitter Campari: un infuso di erbe, spezie, scorze e radici, con un caratteristico gusto amaro-aromatico e un colore rosso immediatamente riconoscibile.

Il suo bar vicino al Duomo e, più tardi, l’apertura in Galleria Vittorio Emanuele, trasformano Campari in un punto di riferimento per il nuovo rito cittadino: l’aperitivo.

Davide Campari e la nascita del marchio

La vera svolta imprenditoriale arriva con il figlio Davide Campari.
All’inizio del ’900 decide di concentrare l’attività su pochi prodotti chiave: Bitter Campari e Cordial Campari. È una scelta visionaria di “focus di brand” ante litteram: meno etichette, identità più forte.

Tappe fondamentali:

  • 1904 – Sesto San Giovanni: nasce il primo stabilimento industriale Campari.
  • 1915 – Camparino in Galleria: lo storico bar in Galleria Vittorio Emanuele II diventa il palcoscenico perfetto del rito dell’aperitivo milanese.

Qui non si vende solo un bitter: si vende uno stile di vita urbano, moderno e sociale.

Campari soda & design: quando l'aperitivo incontra l’arte

Nel 1932 Campari lancia Campari soda, il primo aperitivo monodose pronto da bere al mondo. La bottiglietta a tronco di cono rovesciato, disegnata dal futurista Fortunato Depero, è un’icona assoluta di design: piccola, rossa, riconoscibile da lontano.

Parallelamente, Davide Campari affida la comunicazione ai più grandi illustratori e artisti dell’epoca. Manifesti, calendari, grafiche pubblicitarie non sono solo “spot”: diventano opere d’arte popolari.
È uno dei primi casi in cui un’azienda di beverage costruisce un immaginario coerente fatto di:

  • colore (rosso Campari),
  • tipografia riconoscibile,
  • ironia e modernità,
  • forte legame con Milano.

Questo legame tra prodotto, arte e città è uno dei segreti della forza del brand.

Foto di distributore automatico Campari Soda disegnato da Fortunato Depero, anni ’30. Courtesy Galleria Campari

Dai cocktail al mito: Negroni, Americano & co.

Il Bitter Campari entra rapidamente nella grande miscelazione internazionale.

  • Americano: vermouth rosso, bitter Campari, soda.
  • Negroni: gin, vermouth rosso, bitter Campari – uno dei cocktail più famosi al mondo.
  • Campari Soda, Campari Orange, ecc.

Ogni volta che un bartender usa Campari in questi drink, rafforza il brand: il prodotto diventa “ingrediente imprescindibile” per i classici, non uno dei tanti bitter possibili. Questo posizionamento tecnico (in mano ai professionisti) consolida anche la percezione presso il pubblico.

Dal Bitter al Campari Group: l’evoluzione industriale

Negli anni ’90 e 2000, Campari compie un passaggio decisivo: da azienda focalizzata su un marchio storico a gruppo internazionale.

  • Acquisizioni di brand strategici (Crodino, Cynar, Cinzano, SKYY, Aperol, Wild Turkey, Appleton, Espolòn, ecc.).
  • Quotazione in Borsa (2001) e crescita come uno dei principali player globali nel settore spirits.
  • Presenza in oltre 190 Paesi, con Campari, Aperol e altri marchi come pilastri del portafoglio.

Pur diventando un colosso, il gruppo mantiene Campari Bitter come simbolo di origine: il cuore rosso attorno a cui ruota tutta la narrazione dell’aperitivo italiano.

Perché Campari oggi è un brand di successo (non solo un prodotto)

Dal punto di vista di chi gestisce un bar o studia management, Campari è un caso scuola. Il successo non dipende solo dalla ricetta segreta, ma da 5 scelte strategiche:

Identità visiva fortissima

Il rosso Campari, il logo semplice, le bottiglie iconiche, la grafica coerente da decenni: impossibile confonderlo.

Legame con un rituale sociale

Campari non vende “un amaro”, ma l’idea di aperitivo italiano: incontro, città, eleganza informale. Il prodotto è sempre inserito in un contesto di relazione.

Presenza dei cocktail classici internazionali

Essere ingrediente chiave di Negroni, Americano e molti altri significa essere indispensabile per ogni bartender. Questo genera visibilità quotidiana nei bar di tutto il mondo.

Comunicazione culturale

Collaborazioni con arte, fotografia, cinema, design: campagne che raccontano storie, non solo promozioni. Il brand assume un tono “culturale”, aspirazionale ma accessibile.

Evoluzione senza snaturarsi

Il gusto, il colore e il posizionamento di Bitter Campari restano riconoscibili, mentre il gruppo innova su:

  • nuovi mercati,
  • nuove occasioni di consumo,
  • portfolio più ampio,
  • attenzione alle tendenze globali e alla mixology contemporanea.

Risultato: Campari è percepito come classico e moderno allo stesso tempo.

Cosa insegna Campari ai professionisti del bar

Per i lettori della nostra rubrica “Non Solo Cocktail” (studenti dei corsi, bartender, bar manager), la storia del Bitter Campari offre alcune lezioni concrete:

  • Un prodotto funziona quando ha identità chiara e coerente nel tempo.
  • Legare un marchio a un rito di consumo (aperitivo) vale più di qualsiasi slogan.
  • Collaborare con il mondo della cultura (arte, design, comunicazione di qualità) alza il valore percepito.
  • Essere presenti nei cocktail classici rende un brand strutturalmente centrale nel lavoro dei bartender.
  • Innovare il business (Campari Group) senza tradire l’anima originaria è la chiave per durare oltre 150 anni.

Il Bitter Campari è passato dalla bottega di Gaspare a simbolo globale dell’aperitivo italiano, senza perdere la propria identità.
È la prova che, nel mondo del bar, la differenza non la fa solo la ricetta, ma la visione: saper raccontare una storia, creare un rituale, costruire un immaginario.

Per chi lavora dietro al bancone o sogna di farlo, studiare Campari significa capire come un prodotto possa diventare cultura, stile e brand di successo.

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